


Psico-Oncologia
Che cosa è la Psico-Oncologia?
La storia ufficiale della Psico-Oncologia iniziò a metà degli anni 70 negli Stati Uniti. In questo periodo iniziò
lo studio delle reazioni emotive a questo evento.
Mentre inizialmente i Problemi Psicologici dei Pazienti
oncologici e delle loro famiglie erano indirizzati a Infermiere e Assistenti Sociali, le prime ricerche in questo
campo determinarono un sempre più elevato riferimento a specialisti come Psichiatri, Psicologi della Salute,
Psicologi Comportamentali (che studiavano i cambiamenti nello stile di vita, come lo smettere di fumare,
la modificazione della dieta per ridurre il rischio di tumori) e Ricercatori nel campo infermieristico (che si
occupavano della gestione e controllo dei sintomi e del dolore).
La Psico-Oncologia si caratterizzò da subito
come multidisciplinare; negli ultimi decenni si è assistito ad una sua progressiva affermazione ed evoluzione.
Lo Psicologo può "aiutare" il Paziente Oncologico?
Oggi la Psico-Oncologia costituisce in ambito sanitario un riferimento per tutti coloro che nel trattamento
della malattia neoplastica hanno una visione olistica del malato, tesa a tutelare e favorire una migliore
Qualità di Vita del paziente, considerandolo nella sua complessità, vista la inscindibilità negli esseri
umani della componente biologica da quella emozionale.
Attualmente questa disciplina esplora le
conseguenze psicologiche del cancro per i pazienti, le loro famiglie e coloro che li assistono; un’ulteriore
sfera di azione riguarda la Ricerca volta alla chiarificazione delle possibili relazioni fra psiche e soma
riguardo la patogenesi dei tumori, la loro evoluzione, forse anche di alcune possibili "guarigioni spontanee"
o per contro, drammatici peggioramenti.
Essa si pone quindi come un importante anello di integrazione fra
le discipline psichiche e quelle somatiche, nell’affrontare una patologia così vasta, multifattoriale e, per
certi versi, così oscura. Questa integrazione è intrinseca anche nell’etimologia del termine: "Psico" deriva
dal greco "Psiche", che significa mente o anima, Oncologia deriva invece dal termine greco "Onkos",
cioè massa, e significa studio dei tumori. La "Psico-Oncologia" ha quindi a che fare con il rapporto tra il
tumore, il corpo, e la mente. Importantissima parte della "Psico-Oncologia" è oggi la "Psico-Oncologia
sociale", che comprende anche l’idea, più ampia, secondo la quale il cancro non riguarda soltanto i singoli
individui ma anche le loro famiglie, gli amici e colleghi, così come la società in cui vivono. Sono dunque
fondamentali anche le implicazioni psico-sociali della malattia.
Quali sono gli obiettivi principali di questa disciplina?
Gli obiettivi principali di questa disciplina sono il rispetto della vita e della persona umana, della
famiglia e dei nuclei di convivenza, il diritto alla tutela delle relazioni e degli affetti, la considerazione
e la cura del dolore, il Sostegno Psicologico nelle diverse fasi della malattia. Nello specifico le tematiche
centrali nella cura del paziente si focalizzano su angosce esistenziali, come la preoccupazione di
mantenere una propria identità, trovare un significato alla propria esperienza di vita, rispondere a
tematiche trascendenti e spirituali, mantenere la speranza, dunque sia l’assistenza alla persona colpita
dal cancro sia i percorsi di cura debbono articolarsi prendendo in considerazione, in maniera globale,
tutte le dimensioni dell’esistenza umana.
Questa ottica da dove trae le sue radici?
Questa ottica trova radici lontane nella storia della medicina; in questa prospettiva George Engel, ha
introdotto il termine "Approccio Biopsicosociale" come modalità privilegiata sia per decodificare e
comprendere lungo tutto il percorso esistenziale i processi di salute e malattia, sia per articolare forme di
cura e presa in carico (Engel, 1977). Il modello Biopsicosociale si ispira al paradigma della complessità,
in netta contrapposizione al riduzionismo biomedico, così come alla gerarchizzazione delle scienze. Esso
adotta la prospettiva della teoria generale dei sistemi sviluppata da Von Bertalanffy, la quale considera un
insieme di eventi tra loro correlati come un sistema, che manifesta specifiche funzioni e proprietà a seconda
del livello a cui si colloca rispetto ad un sistema più ampio che lo comprende.
La teoria dei sistemi infatti
sostiene che tutti i livelli dell’organizzazione sono connessi l’uno all’altro, così che il cambiamento di uno
incide sul cambiamento dell’altro, mitigando la dicotomia tra olismo e riduzionismo (Engel, 1977). In Psico-
Oncologia la centralità di questo modello è stata confermata e validata da una Letteratura ormai sconfinata,
che segna il passaggio da un modello medico tradizionale centrato sul corpo (e sulla malattia come evento
prettamente biologico) a una medicina centrata sulla persona (Engel, 1992) ed è oggi consapevolezza
diffusa che uno screening Biopsicosociale, più che un approccio compartimentalizzato di modelli medici e
psicosociali, può aiutare la pianificazione di un più efficace trattamento ed aiutare una precoce ed utile
gestione dello Stress per il paziente oncologico (Thomas, 2008).